CARBON MANAGEMENT
Carbon Footprint di Prodotto, o impronta climatica di un prodotto, è la quantificazione delle emissioni di gas a effetto serra (GHG) legate all’intero ciclo di vita di un prodotto. Nel conteggio sono quindi considerate, in accordo alla logica dell’LCA, tanto le emissioni collegate all’estrazione e trasformazione della materia prima, quanto quelle legate alla produzione, al trasporto, all’utilizzo e lo smaltimento finale del prodotto.
Introdurre la CFP significa comprendere quali di queste fasi sono maggiormente critiche in termini di emissioni di GHG, rendendo possibile l’attuazione di efficaci interventi di riduzione delle stesse.
La CFP è anche facilmente integrabile in un’organizzazione con la CFO. In questo campo l’esperienza di Daniele Pernigotti è attestata dal ruolo di coordinatore del gruppo di lavoro internazionale ISO che ha sviluppato la norma specifica sulla CFP, la ISO 14067, e dalle numerose attività di diffusione e promozione della CFP da lui svolte in tutto il mondo.
Superata la verifica di parte terza accreditata è possibile ottenere la registrazione della CFO nel programma nazionale Carbon Footprint Italy.
La norma ISO 14064-1 descrive i requisiti per la realizzazione degli Inventari delle emissioni di gas a effetto serra (GHG) delle organizzazioni, considerando sia le emissioni dirette e sia quelle indirette.
L’attuale versione introduce l’obbligo di rendicontare le emissioni indirette, arrivando così a sviluppare un vero e proprio CFO.
Sviluppare la CFO è un tassello obbligato per essere in linea con le nuove “disclosure” europee della Direttiva CSRD, sul “Climate change”, o sottoscrive i propri obiettivi di mitigazione nel programma SBTi.
Anche per le aziende all’interno del campo di applicazione dell’ETS può essere un’opportunità adottare la ISO 14064-1 per estendere con semplicità il proprio inventario anche alle emissioni indirette.
La competenza di Aequilibria nello sviluppo degli inventari GHG è attestata dalla partecipazione diretta di Daniele Pernigotti, in qualità di delegato italiano, nel gruppo di lavoro ISO che ha redatto la norma ISO 14064 e dalla guida del GL UNI sui GHG e dal numero importante di aziende supportate per l’erogazione di questo servizio.
Superata la verifica di parte terza accreditata è possibile ottenere la registrazione della CFO nel programma nazionale Carbon Footprint Italy.
L’Emission Trading System (ETS) dell’Ue coinvolge circa 11.000 aziende responsabili di oltre il 45% delle emissioni di gas a effetto serra (GHG) europee.
La Direttiva ETS istituisce l’obbligo di monitoraggio, comunicazione e restituzione annuale delle quote di emissione di CO2e creando il primo mercato internazionale “cap and trade” di scambio di quote delle emissioni di GHG.
L’avvento della IV fase ETS ha stabilizzato il valore economico della quota di CO2 a livelli significativi, aprendo scenari interessanti di ritorno economico per eventuali investimenti di mitigazione delle emissioni di GHG.
Importanti sinergie sono possibili in questo ambito per le aziende che intendono sviluppare una CFO.
A partire dal 2025 si svilupperà un sistema parallelo, ETS 2, per edifici e trasporto su strada. Nel sistema ricadranno entità che vendono carburante per motori o combustibile per riscaldamento, pertanto non direttamente i consumatori finali.
Il personale di Aequilibria possiede un alto livello di competenza frutto anche della pluriennale esperienza di supporto tecnico all’Autorità nazionale competente e ad Accredia per l’ETS.
Manifestare una politica di carbon neutrality è un’esigenza sempre più pressante per le aziende europee, anche in considerazione dell’obiettivo Ue di “zero emissioni nette” al 2050 contenuto nell’European Green Deal.
Per contro, c’è il rischio che l’adozione di impegni sviluppati senza la piena conoscenza del complesso contesto di riferimento possa portare, anche involontariamente, le organizzazioni verso il “carbonwashing”.
Infatti, anche in ambito ISO, è stata pubblicata la ISO 14068.
Aequilibria è stata parte attiva dello sviluppo di questo standard rappresentando l’Italia in questo specifico tavolo di lavoro e ha già iniziato con alcuni dei propri clienti a lavorare in questa direzione.
La compensazione delle emissioni di gas a effetto serra (GHG), o carbon offset, è l’acquisto di crediti generati da appositi progetti di riduzione di CO2 per compensare volontariamente le proprie emissioni di GHG.
Sempre più aziende stabiliscono politiche di carbon neutrality in cui si debbono combinare obiettivi di mitigazione con la compensazione delle emissioni GHG residue.
Bisogna però porre particolare attenzione alla credibilità dei progetti scelti avendo chiarezza delle regole dei programmi e dei loro relativi standard di qualità.
Aequilibria, dopo aver maturato una pluriennale esperienza sugli strumenti di carbon management (CFP, CFO e ETS), offre alle aziende il supporto necessario anche per l’individuazione dei crediti che meglio soddisfano le loro esigenze, come quelli proposti dalla piattaforma di EcoRegistry che utilizza la tecnologia blockchain per garantire la tracciabilità e l’univocità dei crediti di carbonio.
Il Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) è lo strumento dell’Unione europea per imporre un prezzo equo alla CO2 emessa durante la produzione di beni in Paesi extra europei che entrano nell’UE, con l’obiettivo di incoraggiare una produzione industriale più pulita nei Paesi terzi.
Questo regolamento impone dei futuri obblighi alle aziende europee importatrici.
Nella prima fase transitoria, che si conclude il 31 dicembre 2025, sono previsti i vincoli per le aziende europee inerenti requisiti di comunicazione. Ma dal 1° gennaio 2026, quando il CBAM entrerà a regime definitivo, si aggiungeranno gli obblighi di verifica e il pagamento di certificati, in funzione delle emissioni di CO₂ “incorporata” nei beni importati.
L’applicazione del CBAM resta una complessa sfida per le aziende europee che debbono reperire informazioni specifiche lungo la catena di fornitura e gestirle correttamente, in accordo alle complesse prescrizioni del Regolamento.
Il personale di Aequilibria grazie all’elevata esperienza in ambito ETS e la quantificazione dello “scope 3”, possiede un grande capacità nel supportare le aziende nella raccolta dei dati lungo la catena di fornitura e compilare la dichiarazione trimestrale, all’interno del registro CBAM europeo.
CONSULENZA STRATEGICA E DIREZIONALE
La transizione di un’organizzazione verso la carbon neutrality entro il 2050 richiede un’azione articolata su più livelli, a partire dall’analisi completa e solida della propria situazione di partenza. È poi necessario adottare degli impegni di riduzione in grado di posizionarsi tra l’ambizione richiesta dal Green Deal europeo e le reali possibilità di intervento dell’azienda. Infine, bisogna affidare i propri impegni e il loro monitoraggio nel tempo a seri programmi GHG.
Azioni che, viste le implicazioni strategiche per le aziende, non possono essere improvvisate e debbono essere basate su un’ampia visione ed esperienza internazionale.
Science Based Targets Iniziatives (SBTi) è un programma internazionale che rappresenta il più solido approccio per le aziende interessate a gestire i propri obiettivi di mitigazione in linea con le richieste dell’Accordo di Parigi.
SBTi parte, infatti, dalla valutazione di ciò che è necessario raggiungere a livello globale per ridurre le emissioni di GHG, facilitando la declinazione di questi obiettivi a livello settoriale e quindi delle singole aziende. Offre, così, una solida base per la definizione di strategie a lungo termine per la mitigazione del cambiamento climatico delle aziende, al fine di facilitare la loro transizione verso un’economia a basso contenuto di carbonio.
La crescente attenzione del mercato ai temi legati alla sostenibilità pone le aziende nella difficoltà di individuare il percorso che meglio si adatta alle proprie necessità. Scelta di strategica importanza per la ricaduta sulle risorse da investire e, ancora di più, sull’efficacie delle ricadute future.
Solo l’approfondita conoscenza degli scenari normativi internazionali, dei programmi esistenti, delle diverse modalità di valutazione della conformità di parte terza e del sistema di accreditamento globale, consente di avere una conoscenza e una visione complessiva del panorama mondiale che consenta di individuare il migliore percorso in funzione delle diverse specificità aziendali.
Nel mercato volontario cresce sempre di più la necessità di comunicare la sostenibilità delle proprie attività, non ultima la Direttiva europea contro il Greenwashing. Per instaurare il necessario clima di fiducia tra produttore e consumatore, tale comunicazione dovrà essere efficace e credibile, con un messaggio supportato da informazioni solide e correttamente veicolate. Esigenze così articolate da richiedere spesso un supporto esterno da parte di chi ha maturato ampie esperienze negli strumenti esistenti e in quelli ancora in evoluzione a livello internazionale per supportare e veicolare tali azioni di comunicazione.
SOSTENIBILITÀ
Lo standard internazionale ISO 14001 è uno strumento sviluppato per rendere più semplice ed efficace la gestione degli aspetti ambientali tanto nel privato quanto nel pubblico.
La nuova versione del 2015 della ISO 14001 rende più semplice l’integrazione con il sistema di gestione della qualità ISO 9001, grazie all’ampia parte di testo e struttura identici tra le due norme a seguito dell’introduzione del HLS (High Level Structure).
Il bagaglio di esperienza maturato in settori, aree geografiche e strutture organizzative diverse, consente ad Aequilibria di fornire una consulenza completa, di proporre soluzioni personalizzate per la gestione degli aspetti operativi ed organizzativi e di far coniugare il ritorno economico con il miglioramento delle prestazioni ambientali.
A partire dal 1° gennaio 2024 è diventata obbligatoria per le grandi organizzazioni e per gli enti di interesse pubblico* la Direttiva europea Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). La Direttiva CSRD via via farà aumentare notevolmente il numero delle imprese soggette alla rendicontazione societaria di sostenibilità.
Gli standard di riferimento per la rendicontazione, secondo la CSRD, sono gli standard ESRS (European Sustainability Reporting Standards), sviluppati da EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group). Gli ESRS formalizzano nuovi concetti, tra cui la Doppia Materialità, utile a comprendere gli impatti sulle persone e sull’ambiente e al tempo stesso come questioni ambientali e sociali impattano su aspetti legati alle risorse finanziarie, e forniscono requisiti comuni per allineare il linguaggio utilizzato nei documenti di rendicontazione delle aziende in tutta l’Unione europea.
In questo senso, il Report di Sostenibilità oltre ad essere lo strumento ideale per ottemperare agli obblighi della Direttiva CSRD, è in grado di sfruttare anche le opportunità legate alla crescente attenzione del mercato volontario verso le tematiche ESG (Environmental, Sociale e Governance).
*Si intendono, cioè, le società attualmente obbligate alla Dichiarazione non finanziaria.
Nel marzo 2022 UNI ha pubblicato la PdR 125 per la parità di genere, al fine di individuare i requisiti per l’ottenimento della certificazione di parità di genere, istituita dalla Legge 162/2021.
Obiettivo della Prassi di Riferimento (PdR) è dare alle organizzazioni uno strumento per colmare il divario di genere esistente nel mercato del lavoro. Incorporare il paradigma relativo alla parità di genere nel DNA delle organizzazioni e produrre un cambiamento sostenibile e durevole nel tempo passa anche dall’applicazione di questo strumento normativo.
La UNI/PdR 125 descrive i requisiti per il raggiungimento di tale obiettivo e supporta le aziende a comunicare in modo trasparente il proprio impegno a realizzare un luogo di lavoro realmente inclusivo sotto il profilo del genere.
Il personale di Aequilibria, forte di una consolidata esperienza sia in ambito di sistemi di gestione che nella tematica sociale della parità di genere, supporta le aziende durante il percorso fino all’ottenimento della certificazione.
L’UNEP ha descritto l’importanza di orientare lo sviluppo in direzione della sostenibilità attraverso i 17 Sustainable Development Goals. Per intraprendere questo percorso è però necessario identificare con attenzione i possibili SDG su cui lavorare, le azioni da intraprendere e gli indicatori per monitorare i progressi nel tempo in modo oggettivo.
GREEN E CIRCOLAR ECONOMY
CAM è l’acronimo di Criteri Ambientali Minimi, diventato nell’ultimo periodo protagonista negli appalti pubblici per la fornitura di prodotti e servizi in ottica di Appalti verdi, o Green Public Procurement (GPP)
I CAM sono relativi a specifiche categorie merceologiche e vengono descritti in appositi decreti emanati dal Ministero dell’Ambiente.
Il “Collegato ambientale” prima ed il nuovo “Codice degli appalti” poi, impongono in modo vincolante l’adozione dei CAM al 100% degli acquisti di determinate tipologie di prodotti/servizi effettuati attraverso appalti pubblici. Diventa così centrale il possesso di specifiche certificazioni ambientali.
SERVIZI per ENTI PUBBLICI
Aequilibria organizza corsi di formazione su GPP, CAM e le relative certificazioni ambientali. Offre, inoltre, servizi di supporto per l’introduzione dei CAM nei capitolati tecnici dei bandi di gara e per la fase di valutazione da parte delle Commissioni aggiudicatrici.
SERVIZI per IMPRESE
Aequilibria offre formazione specifica per le aziende in merito ai CAM di proprio interesse, oltre ad un servizio di supporto per individuare ed ottenere le certificazioni che possono essere richieste dalle stazioni appaltanti (es. ISO 14021, Ecolabel, EPD, CFP, etc.) per il rispetto dei CAM.
Un ampio elenco di prodotti conformi ai requisiti dei CAM è disponibile nel portale appaltiverdi.eu.
Le autodichiarazioni in accordo alla UNI EN ISO 14021 sono una modalità di comunicazione in fase di crescente sviluppo, anche per il loro richiamo diretto all’interno dei CAM nel contesto degli Acquisti verdi (GPP).
È possibile adottare tale modalità di comunicazione sia attraverso una autodichiarazione direttamente rilasciata dall’organizzazione e sia richiedendo un’attestazione di terza parte indipendente.
Lo sviluppo di una comunicazione conforme alla UNI EN ISO 14021 non è però così scontata come potrebbe sembrare a prima vista e richiede una particolare conoscenza dei diversi requisiti della norma.
Ecolabel è un Regolamento dell’Unione europea focalizzato sulle prestazioni ambientali del prodotto (inteso come bene o servizio) e, attraverso specifici protocolli, identifica i requisiti minimi che le organizzazioni devono rispettare per essere autorizzate all’uso del marchio, rappresentato da una Margherita a 12 stelle.
Ciò manifesta la volontà della Ue di ridurre il proliferare di numerose etichette di eccellenza, esistenti nei diversi paesi o addirittura a livello regionale e locale.
Il vantaggio dell’Ecolabel sta proprio nel riconoscimento di un marchio unico all’interno di tutto il territorio europeo che apre quindi le porte ad un mercato potenziale di circa 500 milioni di consumatori.
Uno dei settori di maggiore sviluppo dell’Ecolabel a livello italiano è rappresentato dai servizi di recettività turistica, che accolgono quotidianamente ospiti di aree, come quelle dell’Europa centro settentrionale, con sempre maggiore attenzione alla protezione ambientale.
Proprio in questo settore Aequilibria vanta l’esperienza di aver accompagnato uno dei primi alberghi italiani ad ottenere la Margherita a 12 stelle.
La Environmental Product Declaration, normalmente conosciuta come EPD, è un processo che porta alla redazione di un documento, strutturato secondo la norma ISO 14025, in cui vengono riportati gli impatti ambientali di un prodotto.
La realizzazione di una EPD avviene in due fasi autonome. La prima è rappresentata dallo sviluppo di uno studio del Life Cycle Assessment (LCA), condotto seguendo delle regole specifiche per le diverse categorie di prodotto, contenute in documenti denominati PCR (Product Category Rules).
L’adozione delle medesime regole in tutto il mondo per lo sviluppo di una LCA all’interno della stessa categoria di prodotto facilita la comparazione dei risultati dello studio.
Le informazioni raccolte con la LCA sono successivamente riportate in un documento di comunicazione esterna, denominato Dichiarazione ambientale di prodotto, che rappresenta una sorta di scheda tecnica in cui sono evidenziate tutte le caratteristiche e le ricadute ambientali.
In questo modo l’Azienda può comunicare le informazioni sulle caratteristiche ambientali dei prodotti in modo trasparente e affidabile, e supportare la scelta strategica di effettuare la propria attività di business in un’ottica di sviluppo sostenibile.
La garanzia dell’alto livello di competenza deriva, oltre che dallo sviluppo di specifiche Product Category Rules ed Environmental Product Declaration, anche dalla partecipazione di Daniele Pernigotti alla fase di internazionalizzazione dello schema EPD ed al supporto da lui fornito ad ACCREDIA nello sviluppo delle regole da rispettare nel processo di certificazione.
LCA, acronimo del nome inglese Life Cycle Assessment, è la sigla con cui in tutto il mondo è conosciuta la metodologia in grado di individuare e quantificare gli impatti ambientali di un prodotto lungo il suo intero ciclo di vita, o come normalmente viene definito dalla culla (estrazione delle materie prime) alla tomba (smaltimento finale del prodotto).
In questo modo è possibile comprendere in dettaglio quali siano le fasi di maggiore criticità, consentendo così l’adozione di scelte progettuali o di interventi specifici in grado di ridurre tali impatti nel tempo. L’ottenimento di reali benefici è in genere legato ad una riduzione di sprechi o ad un aumento dell’efficienza che spesso ha delle evidenti ricadute economiche.
Adottare una LCA significa arrivare a conoscere in profondità i propri prodotti, non solo dal punto di vista prettamente ambientale, ma anche rispetto ad altre chiavi di lettura quale, ad esempio, quella energetica. Una volta completato uno studio di LCA diventa molto semplice capire le conseguenze che singole scelte progettuali possono avere rispetto all’intero ciclo di vita del prodotto.
Inoltre, la fotografia dettagliata sulla quale si base il Life Cycle Assessment funge anche da base per lo sviluppo di altri strumenti di analisi settoriale degli impatti ambientali quali la Dichiarazione ambientale di prodotto (EPD) e l’Impronta climatica di prodotto (CFP).
In generale applicare la LCA significa anche accrescere la credibilità e l’affidabilità dell’azienda rispetto ai mercati sempre più esigenti e selettivi.
L’accesso alle più aggiornate banche dati, in cui sono elencati gli impatti ambientali dei singoli prodotti e materie prime e il coinvolgimento in progetti e network internazionali, permettono ad Aequilibria la realizzazione di studi di LCA affidabili e credibili.
Usiamo molta acqua per bere, cucinare e lavare, ma ancora più per produrre cibo, carta, vestiti in cotone e altri beni di consumo. I problemi legati all’acqua sono spesso strettamente collegati alla struttura dell’economia globale.
Molti paesi hanno esternalizzato in modo massiccio la loro Water Footprint (impronta idrica), importando da altri luoghi quei beni che richiedono una grande quantità d’acqua per essere prodotti e mettendo così sotto pressione le risorse idriche dei paesi esportatori dove troppo spesso scarseggiano meccanismi finalizzati ad una saggia gestione e conservazione delle risorse d’acqua.