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Gli scienziati mostrano una preoccupazione crescente per lo stato dei ghiacci della Groenlandia, visto il sempre più rapido ritmo con cui si stanno fondendo.
La totale scomparsa di questi ghiacci, che arrivano ad avere uno spessore anche di 3 km, porterebbe ad un innalzamento del livello degli oceani di circa 7 metri, ma è certo che questo scenario estremo non arriverà a realizzarsi nel corso di pochi secoli.
Già oggi però la fusione dei ghiacci della Groenlandia contribuisce, con circa 1 mm, a poco meno di un terzo dell'innalzamento annuale degli oceani.
La nuova fonte di preoccupazione è legata alla proliferazione di popolazioni alghali sulla superficie dei ghiacci, favorita dall'incremento di temperatura già registrato.
La superficie dei ghiacci diventa così più scura riducendo il proprio effetto riflettente naturale della luce e favorendone per contro un maggiore assorbimento che contribuisce ad aumentare la temperatura dei ghiacci e quindi la loro velocità di fusione.
Quanto sia rilevante questo effetto è oggetto di uno studio quinquennale guidato dall'Università di Bristol.
Sono invece già disponibili i risultati del monitoraggio ventennale da parte della NASA del ghiacciaio Helheim nel fronte orientale della Groenldandia che dal 1998 al 2013 ha mostrato un arretramento del fronte di oltre 3 km e una riduzione dello spessore di circa 100 m.
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